Esiste un periodo di durata variabile, all’inizio di ogni psicoterapia, in cui i pazienti e i terapeuti, illudendendosi di andare sul velluto, camminano in realtà sul rasoio. E’ la fase comunemente detta del testing o, più propriamente, del tasting. Il paziente tasta il polso del proprio terapeuta, e lo assaggia, per stabilire se gli piacerà.

Il culminare di tale fase in un cataclisma relazionale -che può mettere a dura prova sia i nervi del paziente che quelli del terapeuta- dal quale il paziente sappia uscire con la decisione di continuare la psicoterapia, è un indice prognostico straordinariamente positivo. Così come superare la tempesta ed evitare il naufragio fa di una ciurma raccogliticcia un manipolo solidale, allo stesso modo la riemersione dal cataclisma relazionale lascia nel paziente e nel terapeuta la fondata convinzione di poter contare d’ora in avanti l’uno sulle forze migliori dell’altro, solleva vele che si animano di speranza, riscrive le tavole stesse dell’alleanza.

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