Cristina Zanella

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Training Autogeno

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Training Autogeno Cristina Zanella

Che cos’è il Training Autogeno?

Il training Autogeno è definito da J.H.Schultz, il suo creatore, come “metodo di autodistensione psichica passiva che consente di modificare situazioni psichiche e somatiche”. Pertanto chi esegue il training deve assumere, secondo le indicazioni di Schultz, un atteggiamento di disponibilità recettiva nei confronti della propria corporeità, mantenendosi passivo spettatore di se stesso. Il Training Autogeno si articola in due fasi: la prima comprende gli esercizi orientati verso il corpo e costituisce il cosiddetto “ciclo inferiore”; la seconda comprende gli esercizi orientati verso lo spirito e costituisce il “ciclo superiore”.
La regola del training autogeno consiste nell’avere una buona disponibilità verso di sé.
Un soggetto ben allenato, mediante la concentrazione passiva, riesce ad immergersi in uno stato di totale introspezione, così da annullare stimoli esterni e fenomeni mentali disturbanti.
Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento effettuata individualmente o in gruppo che consente di realizzare spontanee modificazioni psico-fisiche inducendo alla calma e ad una maggiore capacità di autodistensione.

Dove agisce il T.A?

Il T.A  influenza positivamente varie funzioni dipendenti dal sistema nervoso vegetativo quali la respirazione, la circolazione del sangue, il metabolismo.
Permette di attenuare lo stress, l’ansia e somatizzazioni.
Il T.A. propone il rovesciamento di alcuni valori che il nostro sistema sociale considera positivi: “l’attività” e la “tensione”. Proponendo “la liberazione dal condizionamento esterno” la “sosta” e “la riflessione”. La passività di cui si parla non coincide con l’abulia, ma è un atteggiamento mentale liberatorio, di totale abbandono. Nel T.A. questo atteggiamento è chiamato “concentrazione passiva” ed è uno stato di “contemplazione” degli eventi corporei, si ascoltano i messaggi interiori e le sensazioni fisiche.
Il soggetto che si trova in uno stato di profondo rilassamento è nelle condizioni ottimali per ascoltare e riflettere su tutto ciò che il suo animo gli suggerisce.

Qual è la regola principale del T.A?

E’ buona norma nel training non obbligarsi a fare nulla: se non è presente una reale motivazione somatica e psichica, l’allenamento è inutile. Inoltre è indispensabile non obbligarsi a sentire le sensazioni che l’esercizio ci guida a provare, se non le proviamo in quel momento il corpo ci comunica che non è il momento. Ed è pur sempre una comunicazione!

Come si effettuano gli esercizi?

Tutti gli esercizi del training avvengono per mezzo delle cosiddette formule o frasi standard: breve espressioni che sintetizzano la natura delle sensazioni e ne favoriscono l’insorgenza. L’insorgenza delle sensazioni quindi inizialmente sopraggiunge grazie alla guida del trainer; successivamente è il naturale esito dello stato di quiete interiore, raggiungibile in maniera autonoma.Oltre alla ripetizione della formula si possono usare delle immagini mentali che evochino per analogia le sensazioni tipiche di ogni esercizio.
Il T.A. necessita  di un ambiente silenzioso, poco illuminato e giustamente temperato. Le posizioni adottate nel training generalmente sono: supina, in poltrona o sullo sgabello.
La posizione supina è la più semplice: la persona si sdraia sul materassino a pancia in su. Da qui inizia il controllo di tutti i segmenti del corpo per verificarne la corretta posizione ed evitare che ci siano parti del corpo in tensione muscolare.
Per la posizione in poltrona bisogna disporre di una poltrona con lo schienale alto e il sedile profondo. La testa del soggetto sarà appoggiata sullo schienale e la colonna vertebrale è comodamente adagiata lungo la spalliera. Le braccia assecondano la forma della poltrona e le gambe devono essere sostenute fino al ginocchio.
Nella posizione sullo sgabello il soggetto è seduto su uno sgabello con il capo rilassato in avanti tra le spalle e il tronco sostenuto. Per raggiungere una posizione ottimale è necessario che la colonna sia incurvata in avanti.

A cosa serve il T.A?

Il Training Autogeno serve per :
:: superare i momenti di stanchezza che possono insorgere durante la giornata (un esercizio di Training Autogeno può corrispondere a un’ora o due di sonno)
:: come mezzo per combattere un eccessivo carico di stress che è alla base di malanni psicofisici
:: come metodo di prevenzione dei disturbi psicosomatici (emicranie, gastriti, difficoltà espiratorie, tachicardie ecc.).
:: per il miglioramento delle prestazioni fisiche, sia nelle attività lavorative, che in quelle sportive.

:: per migliorare la concentrazione, la memoria l’autocontrollo.
:: controllo di ansia, insonnia, depressione e attacchi di panico

Quanti esercizi prevede il T.A.?

Il Training Autogeno di ciclo inferiore prevede sei esercizi:  l’esercizio del peso, del calore, del cuore, del respiro, del plesso solare e della fronte fresca.
La prima fase del Training è la formulazione della calma, che non è vero e proprio esercizio, bensì fase preparatoria in cui si trova in se stessi la disposizione alla concentrazione passiva.
Si assume una buona posizione, ci si accerta di non avere tensioni soprattutto a livello cervicale, si attende qualche istante per lasciar cadere le tensioni, si assume un atteggiamento passivo e indifferente verso i pensieri che inevitabilmente irrompono in questo momento (devo fare una telefonata, domani al lavoro devo fare…, ecc, all’inizio è normale che sia così) , se si è una persona immaginativa, si lascia apparire agli occhi della mente un luogo rilassante (molto utile è il mare o lago, per chi lo ama) e si inizia a ripetere mentalmente la formula: calmo, piacevolmente calmo.

Quanto tempo richiede il T.A.?

Il tempo da dedicare per il training si riduce con la pratica. Con un buon allenamento si arriva a sentire le sensazioni in 5 minuti. Il training può essere fatto quindi anche quando no si ha molto tempo, nella pausa pranzo ecc…

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