Il dolore e l’infelicità non godono di buona reputazione.
Eppure non tanto la loro ineludibilità quanto la loro stessa auspicabilità imporrebbe di annoverarli, al pari della libertà dell’uguaglianza e della fraternità, tra i diritti e i doveri di ogni uomo.

Non è invece diritto di nessuno -diritto che al contrario tutti si arrogano- quello di attribuire agli altri le colpe del proprio dolore e della propria infelicità.

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