Rimango convinto che ogni processo evolutivo inizi, soprattutto per quanto riguarda gli adulti, da un consapevole processo di crescita personale e contemporaneamente dall’accettazione di naturali processi di cambiamento. Io posso cambiare me. Incontro difficoltà e rischi d’insuccesso proporzionalmente crescenti se volessi cambiare il mondo in generale e non il “mio” mondo. Con convinzione e responsabilità. Accettando anche le realistiche e, direi normali, batoste legate ai miei probabili insuccessi.
È a partire da quest’esperienza che potrò portare il mio contributo nella società, è il mio patrimonio individuale che potrà essere accomunato con le diversità di esperienze degli Altri con i quali voglio tessere una tela più grande del mio personale tessuto biografico.
Dovrei rinunciare a fare questo, quindi prendere atto della mia attuale indisponibilità o incapacità solo se avessi paura che “un nuovo mondo è possibile”, solo se pensassi che nulla potrebbe cambiare; che lo status quo attuale possa rimanere inalterato.
Io però non ho paura del dialogo e del confronto. Credo – condividendo una affermazione di Enzo Bianchi, che “affinché io trovi più verità, ho bisogno del confronto con la verità degli altri: con la loro verità essi aiutano la mia”. Non c’è da avere paura di questo dialogo.