Vorrei tessere la pace giorno per giorno …
Ma prima di tutto cerco di avere qualche sprazzo di consapevolezza sui limiti e le opportunità che mi si pongono di fronte nel momento in cui cerco di affrontare un tema affascinante e allo stesso tempo azzardoso come quello del “Tessere la pace”. Mi rendo conto che l’avventatezza di giudicare i comportamenti degli altri, moraleggiare, dare suggerimenti, fare prediche, emergerebbe sicuramente se mostrassi il fianco alla seduzione dell’argomento.
Mi sembra troppo facile cadere nel tranello di parlare della pace, manifestare per la pace, senza percepire lucidamente il reale bisogno di pace che c’è in me oppure trascurando il suo lato in ombra; quello che definisco come il “rovescio della medaglia”. Insomma mi chiedo fino a che punto riuscirò ad essere autentico nelle mie affermazioni.
Ho partecipato e parteciperò ancora alle fiaccolate per la pace, ho esposto sui due balconi di casa le bandiere iridate, partecipo convinto e coinvolto, sento che è necessario esigere una pari dignità per ogni bambina o bambino, per ogni adulto, per ogni vecchio, ma poi … A volte mi accorgo d’essere molto democratico in pubblico e meno nelle relazioni più strette, che di solito sono anche le più importanti. Altre volte mi percepisco vittima dei comportamenti di altre persone che magari esercitano “democraticamente” la loro libertà, ma allo stesso tempo limitano o non riconoscono la mia.
Ecco perché penso sia necessario che io cerchi di riflettere con attenzione su alcuni fatti o dati di realtà; soprattutto per evitare il più possibile la palude dell’eccesso di sentimento o di ideali e sfuggendo anche il lato drammatico di un eventuale sentimento d’impotenza.
Sapendo come, di fronte ai tanti episodi che accadono, con la loro lacerante drammaticità e terribilità, sia facile volare in ampie e infruttuose astrazioni, soprattutto per evitare inconsciamente di sentirsi incapaci e soli.
Scelgo allora di “fratturare” quello che sono diventato nel corso della mia vita, per guardarci dentro e riflettere sulla mia esperienza di uomo. Con l’intenzione di rivelarmi innanzitutto come persona, a vantaggio della tessitura che vorrei portare avanti insieme ad altri.
Perché sono convinto che ognuno, in quanto portatrice o portatore di un proprio vissuto individuale, possa essere un’esperta o un esperto, capace di costruire una vitale e feconda comunità di esperienze; in grado di tessere solide “tele” per sostenere e agevolare la crescita individuale delle persone e il futuro dell’umanità.
Volendo condividere soprattutto la mia esperienza di persona, accomunarla con quella di altri diversi da me, cercando di darmi dei punti di riferimento, mi sono chiesto:
– Quale posto occupa nella mia vita il concetto “tessere la pace”?
– In genere esso quale posto dovrebbe occupare nella vita di tutti noi?
– Quale posto occupa nella mia vita l’atto del “tessere la pace”?
– A quale specifico “tessere” decido di dar corso e a quali devo rinunciare per mia attuale indisponibilità e/o impreparazione.